L’obesità

L’obesità è una condizione patologica, evolutiva, recidivante e ad eziopatogenesi multifattoriale, in cui si osserva un’alterazione della composizione corporea caratterizzata da un eccesso assoluto o relativo del tessuto adiposo causato da un introito energetico cronicamente eccedente rispetto alla spesa, che peggiora la qualità della vita (patologie associate), riducendone la durata.

Si tratta dunque di una patologia cronico-degenerativa che impatta in maniera consistente sulla qualità di vita, in termini di comorbidità, e sulla speranza di vita, in termini di aumento della mortalità. Risulta tuttavia possibile agire ed intervenire attraverso differenti approcci, a seconda del grado di obesità.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) l’obesità è definita dal calcolo del Body Mass Index (B.M.I.), ottenuto dal rapporto fra il peso, espresso in kg, ed il quadrato dell’altezza, espressa in m2, del paziente.

Qualora il suo valore sia pari o superiore a 30, si parla di obesità patologica, altrimenti per valori compresi tra 25 e 29.9 si è ancora in una condizione di sovrappeso.

L’eccesso di peso è correlato ad una serie di importanti patologie o complicanze tra cui insulinoresistenza ed iperinsulinemia, diabete di tipo 2, dislipidemia, iperuricemia, colelitiasi, sindrome delle apnee notturne, ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari, insufficienza cardiorespiratoria, malattie ischemiche del cuore, ictus, aumento del rischio tromboembolico, patologia venosa degli arti inferiori, ernia jatale e reflusso gastroesofageo, osteoartriti e alcuni tipi di cancro.

La condizione di eccesso ponderale è il quinto fattore di rischio di morte a livello mondiale, causando ogni anno la morte di circa 2,8 milioni di decessi nella popolazione adulta.

BMItabella

Tabella: classificazione dello stato fisiologico del paziente in base al B.M.I. e determinazione del rischio di complicanze associato.

Conseguenze non trascurabili dell’obesità sono inoltre la possibilità di morte improvvisa nei soggetti e la difficoltà nelle relazioni sociali, con le relative sequele psicopatologiche.

Il B.M.I. nasce in realtà come indice di popolazione, che risulta dunque utile per la valutazione globale del problema, ma non include nella misurazione importanti parametri quali età, sesso e composizione corporea del paziente, fondamentali per un’effettiva valutazione dell’obesità intesa, non semplicemente come eccesso di peso, ma più precisamente e specificatamente, come eccesso di grasso.

Un’ulteriore definizione di obesità dunque si fa largo fra gli studiosi come la determinazione della percentuale di massa grassa attraverso metodiche dirette (DXA -Dual Energy X Ray Absorptiometry-, TAC -Computer Assisted Tomography-, RMN – Nuclear Magnetic Resonance-, pesata idrostatica) o indirette (plicometria, circonferenze, bioimpedenziometria).

Un individuo viene in questo modo definito obeso se la percentuale di massa grassa è superiore a  25 per l’uomo e a 30 per la donna.

Ciò nonostante il parametro universalmente ancora accettato ed utilizzato per la valutazione della prevalenza dell’obesità e del tipo di trattamento da utilizzare in caso di eccesso di peso resta il Body Mass Index.

Secondo l’ O.M.S. l’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo. Siamo infatti di fronte a una vera e propria epidemia globale (globesity), che si sta diffondendo in molti Paesi e che può causare, in assenza di un’azione immediata, problemi sanitari molto gravi unitamente all’avanzare dell’età.

Secondo i dati forniti dall’O.M.S., globalmente nel 2008 oltre 1,4 miliardi di adulti (età maggiore di 20 anni) erano in sovrappeso; di questi, 200 milioni di uomini e circa 300 milioni di donne erano obesi.

Obesità e sovrappeso, prima considerati problemi solo dei Paesi ricchi, sono ora in crescita anche nei Paesi a basso e medio reddito, specialmente negli insediamenti urbani, e sono ormai riconosciuti come veri e propri problemi di salute pubblica. 

Secondo uno studio dell’O.M.S., il 25-79% degli adulti risulta in sovrappeso e il 5-30% obeso, a seconda del Paese. 

Fortunatamente sull’obesità è possibile intervenire con un approccio mirato e specifico dieta + attività fisica, personalizzato in base alle caratteristiche fisiologiche e metaboliche del paziente, spesso in associazione a terapia comportamentale e/o cognitivo-comportamentale, oppure attraverso la chirurgia bariatrica.

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