Diabete mellito e alimentazione

Il diabete mellito di tipo 2 (chiamato anche diabete mellito non insulino-dipendente, NIDDM) è una sindrome metabolica eterogenea caratterizzata da iperglicemia cronica che si instaura in seguito ad un’alterazione della secrezione insulinca e/o a ridotta sensibilità dei tessuti periferici al suddetto ormone.

Il mancato controllo della glicemia con una variazione dello stile di vita (attività fisica + alimentazione) e con l’assunzione di un adeguato trattamento possono portare ad una serie di complicanze, a carico di diversi organi ed apparati, correlate con un aumento della morbilità e della mortalità.

Risulta dunque evidente come la terapia alimentare assuma un ruolo di primaria importanza per il contenimento di questa patologia: l’ ADA (American Diabetes Association) afferma infatti che la prima azione da compiere in caso di alterazione della glicemia sia una modificazione dello stile di vita, che preveda un’alimentazione più consona associata ad attività fisica.

Lo scopo della terapia dietetica del diabete risulta dunque essere molteplice:

–          Contribuire ad ottimizzare ed a mantenere entro valori normali la glicemia per prevenire l’insorgenza delle complicanze croniche

–          Ottenere un profilo lipidico tale da ridurre il rischio cardiovascolare

–          Prevenire e trattare le complicanze micro- e macro-vascolari

L’alimentazione per il paziente affetto da diabete di tipo 2 deve tener conto di molti fattori, fra cui farmaci assunti, attività fisica svolta, situazione di normopeso-sovrappeso-obesità, concomitanza di altre patologie, insorgenza di complicanze

Non esiste una dieta per diabetici che possa essere considerata valida per tutti i pazienti, in quanto lo schema dietetico deve essere adeguato al singolo paziente per ottenere una buona adesione.

Ci sono però sicuramente delle regole generali da rispettare:

–          L’alimentazione deve essere esattamente bilanciata in carboidrati ed a tenore di grassi medio-basso.

–          Impostare un’alimentazione basata su 5 pasti: colazione, spuntino, pranzo, spuntino, cena.

–          Tenere conto dell’indice glicemico e del carico glicemico degli alimenti.

–          Aumentare il consumo giornaliero di fibre a 40 g, dividendo in fibre idrosolubili e non idrosolubili.

–          Preferire cereali integrali (pane, pasta, riso farina ecc.).

–          Consumare ogni giorno 3 porzioni di verdura e 2 porzioni di frutta.

–          Prediligere un’alimentazione ricca in sostanze antiossidanti anche attraverso l’utilizzo di alcuni specifici alimenti o sostanze come la curcuma, che sembra  influire sulla modulazione dello stato infiammatorio che è alla base di obesità, diabete, disturbi cardiovascolari e tumori. Uno studio recente afferma infatti che “un estratto di curcuma potrebbe essere usato come terapia nella popolazione prediabetica” in quanto la curcuma e i suoi derivati potrebbero avere effetti anti-infiammatori sulle beta-cellule del pancreas che rilasciano l’insulina, l’ormone responsabile della regolazione del livello di zuccheri nel sangue.

In conclusione ricordiamoci sempre di evitare diete fai da te e di rivolgersi sempre ad uno specialista del settore che elaborerà una dieta specificatamente tarata sulle caratteristiche metaboliche e patologiche del paziente.

http://www.pazienti.it/dr-chiara-pirolozzi

Immagine di copertina tratta da http://www.mettersiadieta.it

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