Il follow up e la prevenzione della celiachia

Il follow up

Molto importante è il monitoraggio della malattia nei pazienti celiaci, a causa della possibilità di insorgenza di patologie associate e di complicanze neoplastiche e non, soprattutto nei soggetti che non rispettano correttamente la dieta o a cui la celiachia è stata diagnosticata in età avanzata.

Gli obiettivi principali del follow-up sono:

  • controllare l’aderenza alla dieta aglutinata;
  • identificare l’insorgenza di patologie autoimmuni associate alla celiachia, soprattutto la tiroidite di Hashimoto;
  • individuare lo sviluppo di alterazioni metaboliche (dislipidemia, iperglicemia, steatoepatite non alcoolica), in particolare nei soggetti che aumentano significativamente di peso con la dieta aglutinata, sia a causa del miglioramento della funzione assorbente intestinale che al ricco contenuto lipidico dei prodotti privi di glutine;
  • diagnosticare precocemente la comparsa di complicanze (malattia celiaca refrattaria, digiuno-ileite ulcerativa, linfoma intestinale, adenocarcinoma dell’intestino tenue), in particolare negli adulti dopo i 50 anni, in modo tale da avere una prognosi positiva grazie ad una tempestiva terapia medico- chirurgica.

 

La prevenzione e gli obiettivi futuri

Potenziali strategie di prevenzione della celiachia sono ancora in fase di studio. Lo scopo della prevenzione primaria è quello di intervenire sui fattori ambientali che favoriscono lo sviluppo della celiachia, a livello di popolazione generale o di soggetti a rischio.

Attualmente l’interesse dei ricercatori è focalizzato sul rapporto tra l’alimentazione nelle prime fasi di vita ed il rischio di sviluppare celiachia. Numerosi dati indicano che l’allattamento al seno, specie se prolungato fino all’età di almeno 6 mesi, eserciti una funzione protettiva nei confronti dell’intolleranza al glutine, riducendone il rischio di circa il 50%.

Le infezioni intestinali potrebbero, inoltre, giocare un ruolo nel favorire il rischio di sviluppare la celiachia. Di recente è stato infatti ipotizzato un possibile intervento del Rotavirus, uno degli agenti più comuni di gastroenterite nel bambino e nell’adulto.

Riportando quando espresso nel  IX Simposio Internazionale sulla Sindrome Celiaca, Baltimora – 2000 possiamo dire che gli obiettivi futuri per meglio comprendere e gestire la malattia sono:

  • Trovare il gene.
  • Sviluppare un vaccino.
  • Produrre cereali senza glutine tramite l’ingegneria genetica.
  • Individuare chi, come e quando sottoporre alle analisi.
  • Prevenire la permeabilità intestinale che scatena le reazioni autoimmunitarie.
  • Sviluppare un test non invasivo, rapido e affidabile per la diagnosi e il monitoraggio successivo.

Bibliografia
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Feighery, C., Fortnightly review: coeliac disease. Bmj, 1999
Agostoni C, Decsi T, Fewtrell M, Goulet O, Kolacek S, Koletzko B, Michaelsen KF, Moreno L, Puntis J, Rigo J, Shamir R, Szajewska H, Turck D, van Goudoever J. ESPGHAN Committee on Nutrition:. Complementary feeding: a commentary by the ESPGHAN Committee on Nutrition. J Pediatr Gastroenterol Nutr. 2008

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