Il cacao: un alimento dalle proprietà eccezionali, spesso sottovaluto

Apprezzato fin dall’antichità come simbolo di energia, fertilità e vita, il cacao era definito dai Maya «cibo degli dei».

Dal punto di vista nutrizionale questa definizione calza a pennello: flavonoidi, triptofano e minerali, ne fanno un prodotto prezioso, un vero e proprio “prodotto funzionale” dalle proprietà antiossidanti.

Il cacao viene coltivato da millenni da molte popolazioni precolombiane e ha avuto un ruolo centrale nell’alimentazione e nella cultura dei Maya e degli Aztechi, dove veniva usato come cibo, bevanda e moneta.

Il cacao si ottiene dalla pianta Theobroma cacao (theobroma significa proprio nutrimento degli dei) che è particolarmente diffusa nelle foreste dell’Amazzonia, ma viene coltivata anche nelle zone tropicali dell’Africa e dell’America centro-meridionale.

Dalle diverse piante si ottengono tre tipi di cacao: il criollo, dai semi bianchi, molto profumati e poco amari che originano il cacao fine; il forastero, meno pregiato ed usato come base mescolata ad altre varietà; ed infine il trinitario, ibrido fra i due precedenti, che rappresenta il 10% della produzione del cioccolato.

Dal punto di vista qualitativo distinguiamo tre grandi categorie di cioccolato:

  • cioccolato fondente, che si ottiene aggiungendo alla pasta di cioccolato altro burro di cacao;

  • cioccolato al latte, che si ottiene aggiungendo al cioccolato fondente una percentuale di latte e zucchero;

  • cioccolato bianco, che è composto esclusivamente da burro di cacao, latte e zucchero.

Chi vuole beneficiare appieno del suo prezioso carico di antiossidanti deve infatti abituarsi ai risvolti amarognoli del fondente, rinunciando al gusto cremoso del cioccolato bianco e a quello vellutato delle barrette al latte.

Non a caso, il cioccolato fondente rappresenta una delle più generose fonti alimentari di flavonoidi, rinomati antiossidanti presenti negli alimenti di origine o di derivazione vegetale, come il tè, il vino rosso, gli agrumi ed i frutti di bosco.

Tanto maggiore è la percentuale di cacao nella nostra tavoletta e tanto superiore è la presenza di flavonoidi; in media, 100 grammi di fondente ne contengono 50-60 mg, mentre in un’analoga quantità di cioccolato al latte ne ritroviamo soltanto una decina di mg; addirittura nulla è invece la percentuale di flavonoidi nel cioccolato bianco.

Dal punto di vista quantitativo, il contenuto in flavonoidi del fondente si avvicina a quello dei frutti di bosco (alimenti antiossidanti per eccellenza), mentre sotto il profilo qualitativo rispecchia, con le sue catechine, il potere antiossidante del the verde: un mix vincente!

Un cioccolato di buona qualità, di tipo fondente, ha in media il 64% di carboidrati (soprattutto zuccheri, in piccola percentuale amidi) il 22% di grassi (soprattutto burro di cacao, ottenuto dai semi del cacao, sgusciati e tostati) ed il 5% di proteine.

La restante parte é costituita da acqua, fibre e sali minerali, il tutto in circa 534 calorie per 100 grammi.

Vediamo in sintesi, gli effetti benefici dimostrati del cacao:

  • Azione antiossidante ed anti-invecchiamento

  • Azione anti-infiammatoria e prevenzione di patologie correlate

  • Effetto sulla riduzione del colesterolo cattivo

  • Effetto di regolazione della pressione arteriosa e di protezione contro malattie cardio-vascolari

  • Blando effetto rilassante sull’umore e moderata attività antidepressiva

  • Effetto di modulazione sulla motilità gastrica

  • Aiuto per la memoria

  • Soppressione della tendenza delle piastrine a raggrupparsi e formare coaguli di sangue (questo è spesso descritto come un effetto simil-aspirina).

  • Azione sulla circolazione periferica e sollievo per le gambe

  • Regolazione della glicemia

  • Riduzione dell’appetito

  • Effetto afrodisiaco

  • Effetto protettivo sui denti

Nonostante questo alimento sia ricco di sostanze importanti per la nostra salute, è comunque buona regola non lasciarsi prendere da un eccessivo consumo: i flavonoidi, infatti, non cancellano grassi e calorie.

Dunque, cioccolato sì, ma con moderazione, nelle dosi di circa 2 quadratini al giorno.

E’ inoltre buona regola rispettare le seguenti indicazioni:

  • scegliere un cioccolato con un contenuto in cacao pari o superiore al 70%, aumentando poi gradualmente tale percentuale per usufruire di ulteriori effetti benefici sulla salute.

  • Evitare i prodotti contenenti caramello od altri ripieni particolari, perché più dolci, più calorici e più poveri di flavonoidi. Analogo discorso per il cioccolato da spalmare.

Il cioccolato viene spesso escluso dalle diete mirate al trattamento del mal di testa in quanto contiene sostanze che se presenti in difetto, sono causa di cali patologici dell’umore (ecco spiegato l’effetto antidepressivo del cioccolato), mentre se presente in eccesso può favorire l’insorgenza di emicrania.

Inoltre sono presenti sostanze responsabili delle reazioni pseudoallergiche (puntini rossi sulla cute accompagnati a prurito) che possono affliggere individui predisposti dopo una scorpacciata di cioccolato.

Essendo ricco di ossalato, un antinutriente che complessa il calcio a livello intestinale impedendone l’assorbimento, andrebbe consumato con moderazione da chi soffre di osteoporosi e di demineralizzazione ossea.

Il cioccolato viene inoltre sconsigliato nella dietoterapia di molte affezioni a carico dell’apparato digerente, come ernia iatale, reflusso gastroesofageo e gastrite.

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